“Assurdità alimentari”: un libro per sfatare i miti antichi e moderni sul cibo

Gli autori Marco Capocasa e Davide Venier vogliono diffondere l'importanza di una giusta informazione riguardo cosa e come mangiamo. "Siamo consapevoli che le ‘bufale alimentari’ sono ad oggi assolutamente attuali e lo riscontriamo continuamente nella nostra pratica lavorativa”

Il libro scritto da Marco Capocasa, antropologo e biologo nutrizionista, e Davide Venier, nutrizionista particolarmente impegnato a favore di una corretta divulgazione scientifica, si presenta come un’agile guida per sconfiggere le credenze comuni riguardo l’alimentazione. “Assurdità alimentari”, edito da Castelvecchi, vuole fornire le spiegazioni e gli strumenti adatti per non cadere più nella trappola della disinformazione, oltre a ricostruire storicamente i passaggi salienti della nutrizione nelle sua evoluzione.

L’idea di scrivere un libro insieme nasce proprio dal fatto che il dott. Venier aveva cominciato a pubblicare alcuni post sui social per smentire una serie di false notizie riguardanti il mondo dell’alimentazione. “Un giorno – racconta Capocasa – ci siamo incontrati per un pranzo insieme e parlando gli ho proposto di realizzare in modo più strutturato un piccolo libro che contenesse quelle informazioni, unendole ad una componente antropologica relativa al ruolo dell’alimentazione e della nutrizione nella storia dell’uomo. Da lì abbiamo cominciato il lavoro di ricerca del materiale e stesura del testo”.

L’obiettivo di Capocasa e Venier è quindi di “fare divulgazione scientifica e mettere al corrente le persone di quali siano le pratiche alimentari scorrette, potenzialmente dannose o inutili. Siamo consapevoli che le ‘bufale alimentari’ sono ad oggi assolutamente attuali e lo riscontriamo continuamente nella nostra pratica lavorativa”.

La curiosità che suscita un argomento al giorno d’oggi così discusso permette di divorare facilmente il libro. Questo si apre con una prima parte che analizza la questione alimentare dal punto di vista sociale e da quello storico, le trasformazioni, le evoluzioni biologiche e culturali dell’uomo, per poi proseguire con un elenco di ‘assurdità alimentari’, ovvero una serie di credenze vecchie e nuove, infondate o comunque in qualche modo travisate, puntualmente smentite dal rigore scientifico in maniera chiara, pulita ed efficace e in poche righe. Tra le tante, i due autori spiegano che le più diffuse sono quella “dell’acqua e limone che al mattino ‘purificherebbe’ l’organismo e quella secondo la quale lo zucchero integrale sarebbe più salutare dello zucchero bianco“.

Nelle ultime pagine è riportato anche un glossario essenziale composto da una manciata di vocaboli di uso abbastanza comune e dei quali non andremmo a cercare il significato perché lo daremmo per scontato ma che risulta utile proprio per questo. Termini come “nutrizione”, “vitamine”, “proteine”, “geni”, ecc…

Il tipo di divulgazione che gli autori del libro attuano risulta perfettamente bilanciata tra tecnicismo e fruibilità: il linguaggio utilizzato è quello specifico del settore, comprensibile ma non eccessivamente semplificato così da non perdere l’autorevolezza scientifica.

Molto interessante risulta la questione delle fake news: nel libro è ben spiegato che queste hanno un livello di diffusione di gran lunga maggiore rispetto alle notizie vere. Nonostante la cosa possa a primo impatto generare stupore, e pensandoci non c’è niente di più scontato: “Le ‘bufale alimentari’ vengono presentate come notizie sorprendenti – dicono i due esperti – rappresentando nel migliore dei casi delle esagerazioni e nel peggiore delle vere e proprie notizie infondate, senza il ben che minimo presupposto scientifico. È proprio questo elemento di eccezionalità che le caratterizza a generare stupore e a renderle di rapida diffusione, oltre a creare spesso facili proseliti”.

La possibilità di attingere non solo a conoscenze teoriche, frutto di lunghi studi, ma anche e soprattutto all’esperienza faccia a faccia con le persone ha permesso agli autori di avere una visione molto ampia del problema. “Le ‘bufale alimentari’ offrono soluzioni rapide a problemi complessi, escamotage che non richiedono particolare impegno e che danno risultati certi nell’immediato, ad esempio una dieta straordinaria per perdere molti chili in poco tempo. Questo sicuramente è legato al fatto che si tende ad essere poco critici nei confronti delle notizie che riceviamo. Non siamo abituati a verificare le fonti e questo è un grosso problema”.

Attorno all’argomento dell’alimentazione orbitano moltissime questioni con cui abbiamo a che fare quotidianamente. Da una parte la tradizione, quelle convinzioni così radicate che a volte si ha paura a mettere in dubbio, altre volte si danno per certe senza neanche interrogarsi. Dall’altra parte le nuove influenze, quelle che vengono dal mondo dei social, che inducono le persone – soprattutto i più giovani – a ritenere vere e fondate delle informazioni solo perché stanno uscendo dalla bocca di una certa persona, che con ogni probabilità è bella, magra, ha una pelle perfetta e anche uno splendido sorriso. Quando l’attendibilità delle fonti è verificata in base a questi parametri e non in termini scientifici, quando le convinzioni diventano assiomi, quando ci facciamo ingannare dalle tradizioni, quello è il momento in cui si sta dimenticando che la nutrizione è una scienza e che c’è una fondamentale correlazione tra cibo e salute.

I rischi nei quali si incorre sono svariati, “dall’eliminazione ingiustificata di intere categorie di alimenti fino all’adozione di piani alimentari altamente restrittivi da un punto di vista calorico o fatti esclusivamente di succhi di frutta o verdura. Vi può essere inoltre anche un’inutile spesa di denaro per eseguire test inaffidabili per allergie o intolleranze alimentari. Tutto ciò nel complesso può creare delle carenze nutrizionali e dei timori immotivati nei confronti del cibo” spiegano gli autori.

“È difficile dire come l’attuale situazione potrebbe progredire nel futuro ma nel nostro piccolo speriamo di aver contributo ad una corretta divulgazione scientifica e una conseguente sana pratica. – continuano – Il consiglio principale è affidarsi ad un professionista della nutrizione ed evitare il ‘fai da te’ che il più delle volte conduce a pratiche alimentari scorrette e potenzialmente dannose per la propria salute”.

“Affrontiamo tutto con spirito positivo – concludono Capocasa e Venier – Può capitare a volte di incontrare delle resistenze, soprattutto da parte di chi magari ha portato avanti una determinata pratica alimentare per parecchio tempo pensando che fosse vera ed è proprio nostra responsabilità essere efficaci ed utili al paziente nello spiegare per quale ragione quella convinzione non abbia alla base alcun motivo scientifico di esistere”.

di Giulia Ala

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