I food trend del futuro: cosa metteremo sul piatto nei prossimi anni?

Cambiano i consumi e cresce l'attenzione alla sostenibilità su quello che mettiamo in tavola. Ecco qualche scenario che sta evolvendo nel mondo della produzione alimentare

Quali potranno essere i trend riguardanti il food in un futuro che si avvicina molto velocemente? Da una ricerca pubblicata su Food Industry Executive e divulgata da Foodaffairs possiamo scoprire dieci incredibili novità che potremmo vedere sulle nostre tavole, inclusi alcuni piatti riadattati e rivoluzionari.

Saremo consumatori più attenti all’ambiente?

Tra i trend che la ricerca evidenzia c’è il ritorno dei climatariani. Cosa vuol dire? Aumenteranno coloro che seguono una dieta ricca di alimenti benefici come frutta e verdura ed eliminano la carne, per combattere il cambiamento climatico e gli sprechi. Come illustrato da Greensyle, è la via di mezzo tra i vegetariani e i pescetariani: l’allevamento e la pesca sono limitati; sono invece sfruttate le bucce di frutta e verdura per creare una circolarità alimentare ed evitare troppi prodotti deteriorabili e industriali.

Secondo Food Industry Executive ci sarà poi l’aumento dei prodotti fitonutrienti. I consumatori cercheranno di rafforzare la loro salute e, per esempio, la loro qualità del sonno, con alimenti a base di ingredienti naturali come la lavanda, la passiflora, le amarene, che offrono benefici immunitari e di relax; risultano pure utili nel contrastare i radicali liberi, il danneggiamento delle membrane cellulari e per le malattie neurodegenerative. La tendenza che si prospetterebbe sarebbe, quindi, quella di tornare a riscoprire le proprietà naturali di erbe e frutti, abbandonando la chimica il più possibile nella nostra quotidianità.

Come descritto da Lifegate, se proseguirà l’espansione attuale dei prodotti biologici e km0, entro il 2025 ci sarà una crescita miliardaria. Il motivo? Mangiare biologico significa diminuire i numerosi prodotti chimici contenuti nei cibi e aumentare la presenza delle sostanze nutritive e restituire così un gusto genuino. Ma è davvero così? Intanto l’Italia padroneggia in prima fila nel settore bio in Europa. Nel 2019 le coltivazioni bio erano ben il 15,5% dell’intera superficie agricola italiana, secondo i dati del Ministero delle Politiche Agricole. Due milioni di ettari totali per un giro di affari di quasi tre miliardi di euro.

Quali cibi innovativi saranno in tavola?

L’Osservatorio di TuttoFood ha individuato cinque prodotti originali, mostrati anche dall’Ansa: il caffè spalmabile ottenuto da una crema che contiene caffeina; il formaggio vegano e spalmabile, a base di avena; le uova surgelate vegetali cariche di proteine vegetali; la birra con semi di avocado, estratta dalla fermentazione di avocado con l’aceto di sidro di mele; la bevanda antiossidante al frutto della passione, una bibita analcolica salutare che contiene un tipo di melone spinoso asiatico. Queste particolari idee si interpretano con l’aumento del consumo di questi alimenti, ed ecco che l’ingegno dà la possibilità di offrire prodotti nuovi adatti a nuovi utenti e nuovi mercati.

Per esempio: il caffè spalmabile ha un sapore più intenso di ben cinque volte della bevanda ed è utile anche per ricette creative; il formaggio di avena con consistenza uguale ma ricco di fibre, è adatto a chi è intollerante ai latticini e per allentare la fame; le uova surgelate create impastando soia e ceci sono per i Minneals, che adotterebbero i prodotti surgelati, come da un’indagine dell’Istituto Italiano Alimenti Surgelati; la birra di avocado americana, ha un gusto simile al guacamole e nonostante la deforestazione in Amazzonia spopola sul web.

In Italia, invece, quattro studenti di design del Politecnico di Milano hanno deciso di produrre Ibrida, una birra artigianale che utilizza il pane secco di scarto al posto del 30% di malto, per dimostrare che esistono soluzioni agli sprechi.

Direttamente dai tropici, invece, risultano salutari e di tendenza i frutti provenienti dall’Amazzonia. Il buriti e il camu-camu, adatti per la pelle e contro l’obesità. Da uno studio pubblicato dalla rivista Gut, sono alimenti supervitaminici e ricchi di sali minerali, ferro e calcio, già facilmente trovabili nelle erboristerie, e che arriveranno anche sulle nostre tavole.

Diventerà più frequente anche la pratica del foraging, riscoperta pure dagli chef. Senza danneggiare la natura,  si possono raccogliere gli ingredienti selvatici che crescono spontanei nei boschi, lungo i fiumi e nelle lagune. Si tratta di un’abitudine e tradizione fino allo scorso secolo, che ora si riscopre, ma non solamente per moda.  L’utilizzo in cucina di fiori, radici, licheni e bacche è conservativo per tutelare gli equilibri naturali ed è basato sull’alimurgia, ovvero la scienza che studia come utilizzare le piante selvatiche durante le carestie, mantenendo intatta la biodiversità in una economia di sussistenza.

Il tratto forse più peculiare sarà però quello di cibarsi degli insetti, proprio per l’altissimo livello di proteine contenute in questi animaletti. I tradizionalisti occidentali, per via anche di un pregiudizio culturale, faticano a farselo piacere ma è sicuramente un’alternativa più sostenibile al consumo della carne di bovini, suini, pollame ecc. Questa insolita e nuova esperienza del palato è stata possibile dopo il via della Commissione Europea alla commercializzazione degli insetti. Il consumo di insetti è stato individuato dalla FAO come una occasione per far fronte alle esigenze di crescita sempre maggiori della popolazione. Nonostante i dubbi comprensibili della stragrande maggioranza degli italiani, mangiare insetti non sarà solo una moda: sarà invece, proprio per le proprietà nutritive, una necessità. Ne è un esempio un burro ecosostenibile ottenuto dalle larve di una particolare mosca: come evidenziato da Ristorazione italiana magazine , il grasso degli insetti sarebbe addirittura migliore di quello derivato dal latte vaccino.

cibo ristorante

Quali nuove tecnologie aiuteranno l’ambiente?

La digitalizzazione della catena alimentare porterà le multinazionali e le startup a creare nuovi cibi puntando alla personalizzazione e ad utilizzare l’intelligenza artificiale come una alternativa al lavoro manuale umano per la selezione, il confezionamento, l’imballaggio, la realizzazione e la consegna di cibo. La robotica e l’automazione saranno pure utili per svolgere le mansioni contadine negli orti, nei caseifici e negli allevamenti: la semina, lo smistamento e il monitoraggio delle piante; la guida di trattori e di robot autonomi; la raccolta di uova e la pulizia degli animali. Una pratica dimostrazione scientifica è il progetto di api robot dell’Università di Harvard: con l’aiuto di piccoli droni, i ricercatori sono riusciti nell’intento di impollinare artificialmente gli alveari per produrre il miele delle api. Come riferito da Il Sole 24 Ore, il colosso Ibm ha stipulato una sorprendente collaborazione con McCormick per creare un algoritmo di aromi: raccogliere e analizzare in un database le innumerevoli ricette per poi generarne di nuove, mai pensate prima.

Con le tecnologie blockchain basate su un registro di distribuzione (distribuited ledger), sarà invece possibile migliorare la trasparenza e la tutela del marchio originario: la digitalizzazione consentirà di monitorare i processi di produzione di tutta la filiera, quindi dalla geolocalizzazione della terra, al tracciamento nel magazzino, fino alla transazione dell’utente, come per esempio la soluzione con il 5G di Vodafone. Quindi, conoscere l’origine dei prodotti e delle aziende, diventerà una priorità per una scelta ottimale basata sulla qualità alimentare e sull’etica aziendale evitando i prodotti commerciati nei mercati paralleli. Tutta la filiera produttiva Made in Italy, grazie al rispetto dei controlli e delle normative, resta di alto livello: proteggere la salute e la sicurezza dei consumatori con un ruolo chiave della tecnologia, diventa necessario per curare gli interessi delle persone e salvaguardare la catena della produttività.

Anche il Packaging assume un ruolo rilevante: per ridurre l’utilizzo della plastica si cercherà di implementare imballaggi più flessibili prodotti con materiali e trattamenti eco-friendly, alternativi e interattivi come la carta e i suoi derivati. L’utilizzo di materiali riciclati porta all’abbassamento di anidride carbonica nell’atmosfera, e per le aziende è una necessità per migliorare proprio il branding. La nuova confezione delle fragole da 500g di SìBon della linea premium di Coop Sole, grazie al contributo di Carton Pack, è un esempio di come sia possibile ottenere un packaging elegante e riciclabile al 100%: essendo in carta kraft con una finestra biodegradabile, consente di vedere ogni fragola in un design originale.

Infine, come mostrato da Ristorazione italiana magazine, si accerta l’aumento del Food Delivery: l’incremento esponenziale avvenuto durante il lockdown per le richieste di consegna a domicilio, proseguirà per migliorare il servizio e attrarre nuovi clienti, data la minor possibilità di andare al ristorante o le abitudini mutate dal lockdown.

Sarà davvero così?

Quest’anno quali novità precedentemente descritte, vedremo in Italia? Si prospetta l’incremento di frutta, di verdura, di prodotti km0 e naturali per allargare la dieta mediterranea; l’espansione del delivery nonostante i costi, come una nuova comodità per pranzare e cenare senza dover cucinare, unita a un cambiamento del packaging aziendale per attenuare i rifiuti. Più difficilmente mangiare insetti sarà una pratica comune nel breve termine, sebbene ci sia un risparmio considerevole in questa attività: la diffidenza psicologica di quasi tutta la popolazione e la titubanza estetica rendono quasi impossibile educare e promuovere questa nuova ideologia.

Di certo col tempo noteremo un grande progresso: arricchire la dieta per migliorare la salute, prevenire le malattie e salvare il pianeta è compito dell’umanità e della scienza. Lo smaltimento dei rifiuti, il surriscaldamento globale, il consumo delle risorse naturali inclusa l’agricoltura e l’allevamento, sono le grandi sfide globali che impongono una maggior coscienza. Puntare alle produzioni locali, casalinghe, biologiche e nuove, anche per diminuire il consumo di carne a vantaggio dei legumi, è una reale soluzione che sta funzionando. Unendo tutte le forze in un grande senso del dovere nell’interesse di tutti, sarà più facile vincere la battaglia di affinare il mondo e la vita degli abitanti, siano sassi, piante, animali o uomini.

di Jacopo Agnesini

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