Emergenza e ripartenza: il turismo e la riscoperta del territorio

IL 2020 SARA' L'ANNO NERO PER IL TURISMO. SPARITI I GRANDI FLUSSI DALL'ESTERO MA E' FORTE LA RISCOPERTA DELLE BELLEZZE DEL PROPRIO TERRITORIO

 

Pochi turisti dall’estero, difficoltà economiche, paura di spostarsi: l’estate 2020 sarà ricordata come il venerdì nero del turismo italiano. L’Enit (Agenzia nazionale turismo) prevede 31 milioni di turisti in meno che arriveranno in Italia: un crollo del 40% rispetto al 2019, che si traduce in un calo di 21 miliardi di euro nel 2020. I dati mostrano come, tra le 10 principali destinazioni turistiche europee, l’Italia sia quella che, in percentuale, subirà il danno economico più rilevante. Per un Paese in cui il turismo vale il 13% del Pil, il 2020 sarà un anno disastroso.

Nonostante i dati poco incoraggianti, però, l’Agenzia nazionale del turismo fa sapere nel suo ultimo bollettino che circa il 47,5% degli italiani farà almeno un periodo di vacanza durante l’estate: perchè non approfittarne per riscoprire le bellezze – spesso trascurate – del nostro Paese? Ecco allora che la parola d’ordine per i mesi estivi sarà ‘gita fuori porta’. Soggiorni brevi e vicini a casa potrebbero essere l’occasione per visitare quelle città d’arte che ancora mancano alla lista dei desideri, oppure per sperimentare o riscoprire un turismo eco-green immerso nella natura. Che il 2020 sia quindi la riscoperta del proprio territorio? Del turismo di prossimità?

Che siano culturali o d’avventura, l’importante è fare le vacanze in Italia: questo anche il messaggio di Diego della Valle che ha pubblicato nei giorni scorsi su tutti i maggiori quotidiani nazionali il suo personale appello agli italiani. “Il nostro è un Paese bellissimo che ora ha bisogno del sostegno di tutti noi italiani” ha scritto l’imprenditore, mandando un grande messaggio di solidarietà a un comparto che rischia di ritrovarsi e – purtroppo – rimanere in ginocchio.

Anche a Parma la situazione è preoccupante. Il sistema alberghiero, secondo le stime di Federalbeghi Parma, ha perso durante il lockdown circa 300 mila euro al giorno. Solo il 10% degli alberghi e hotel era rimasto attivo: cifre spaventose se si pensa che il settore alberghiero a Parma e provincia coinvolge 198 strutture alberghiere con 11.800 posti letto. E ora la ripartenza è tutta in salita.

LA RISCOPERTA DELLA NOSTRA MONTAGNA, BERCETO

 

Berceto è il paese di montagna più vicino al mare. Così il sindaco Luigi Lucchi, orgoglioso del suo paese, ricorda spesso. Berceto è tappa della via Francigena, trovandosi a ridosso del valico appenninico che porta al Passo della Cisa. Qui la natura sovrasta sulla vita quotidiana. Non ci sono grandi imprese, e infatti “Il nostro paese vive di turismo” spiega il sindaco. Un turismo che negli anni passati vedeva soprattutto stranieri, ma negli ultimi anni anche gli italiani hanno riscoperto questa perla sui monti, fatta di borghi in sasso. Ora, dopo lo tsunami del Covid-19, ancora di più.

 

 

“Il nostro turismo non è quello degli alberghi ma quello delle stanze o case in affitto” spiega il sindaco di Berceto Luigi Lucchi. E’ un turismo lento, che vuole il contatto con la natura e con il territorio, che ha altri ritmi, altri desideri rispetto a quello tradizionale. “A livello di accoglienza, al momento, abbiamo più turisti che posti. È sempre stato un problema, ma adesso lo è ancora di più se alcune attività non riaprono”. 

 

 

E il sindaco Lucchi ne approfitta per fare una riflessione importante. “Durante il lockdown ai commercianti locali è andata molto bene perché i cittadini erano costretti a comprare qui. Se questo venisse fatto sempre, tutto l’anno, a Berceto avremmo molti più negozi e attività”. Si avrebbe un paese vivo e brulicante di persone tutto l’anno. “I servizi comunali riusciamo a mantenerli soprattutto grazie ai turisti, ed è per questo che abbiamo molta incertezza e preoccupazione per quest’anno”. “Qualche compaesano catastrofista se la prende però con questi turisti, visti come gli untori del Covid. Non si rendono conto che il paese non avrebbe vita senza. Far coincidere le esigenze comuni e le paure dei singoli è molto difficile”. 

 

 

Al B&b Casa dei nonni, segnato tra gli alloggi lungo la via Francigena, tappa di tanti pellegrini, c’è Ilaria Agnetti a gestire la struttura di 5 stanze e 10 posti letto. Dalla residenza dei suoi nonni – da lì il nome – ha creato questo piccolo punto di accoglienza dove si respira tutto il clima di montagna. Il B&b ha riaperto il 22 giugno, anche se la stagione ogni anno iniziava ben prima: già da marzo gli amanti delle escursioni iniziavano ad arrivare. “Abbiamo avuto importanti perdite economiche durante lockdown, – spiega Ilaria – Ora gli italiani pian piano stanno arrivando ma manca la rossa fetta degli stranieri. Ma non mi lamento, mi arrivano 5 o 6 telefonate al giorno per prenotare da quando abbiamo annunciato la riapertura”. 

 

Ilaria Agnetti però non ha lasciato che il lockdown la travolgesse. Insieme al marito ha infatti approfittato per fare dei lavori al B&b Casa dei nonni. Una imbiancata ai muri, qualche lavoro al piano di sopra e ora sono pronti a riaprire le porte. “I clienti di solito sono soprattutto stranieri, arrivano dal nord europa, persone che prenotavano tramite agenzia anche un anno prima, ma con il Covid hanno dovuto disdire. Per fortuna molti hanno già riprenotato per l’anno prossimo. Viviamo oggi invece il flusso di turisti italiani, che negli ultimi anni di promozione turistica fatta per la via Francigena sono sempre di più”. Ilaria commenta anche come sia “assurdo” che si abbia paura dei turisti. “Berceto vive di turismo, quindi è una paura che ucciderebbe l’intera economia del paese”. 

 

Come se i boschi e la natura non bastassero, Berceto doveva diventare ancora più attrattiva grazie alla riapertura di Villa Berceto con un nuovo bar e piscina all’aperto che si affaccia sulla valle, in un panorama che nulla invidia ai resort con Spa del Trentino. La villa del camorrista Vincenzo Busso venne confiscata dalle autorità quando fu condannato a otto anni dal Tribunale di Milano per riciclaggio.

Dopo l’acquisizione da parte del Comune nel 2015 e lunghi lavori di ristrutturazione, è diventato un centro civico aperto a tutti con palestra, piscina interna, biblioteca e spazio studio. Un centro dove ognuno può portare il suo contributo, come i monaci buddisti che vengono a proporre i loro massaggi shiatsu. I lavori che adesso sono ripresi a pieno regime, sono stati bloccati dal lockdown. E così la nuova inaugurazione dovrà slittare, ma non a settembre perchè le misure di sicurezza sarebbero troppo ingombranti. Il sindaco infatti prospetta per la primavera del 2021. 

 

IL TURISMO DELLA SALUTE A MONTICELLI TERME

 

A subire uno stop senza precedenti è stato anche il turismo della salute. Quello per cui Monticelli è rinomata. Le sue terme inaugurate nel 1927 non erano mai state un giorno senza clienti. Le sue piscine attirano turisti da più o meno lontano, persone alla ricerca dei benefici delle acque sulfuree e salsobromoiodiche delle Terme di Monticelli, tre volte più salate del mare e con ineguagliabili effetti rilassanti e antistress. E’ arrivato invece il Covid-19 a svuotare la struttura storica.

 

 

Il proprietario della struttura di Monticelli Terme, Italo Borrini, insieme al sindaco Daniele Friggeri, è però fiducioso. La ripartenza per le terme è stata il 25 maggio e già dalla settimana precedente sono arrivate tante prenotazioni per le cure. Riaperte le piscine, anche se è dimezzata la capienza di persone che possono accedere. Le Terme di Monticelli ha avuto, grazie al suo ruolo, sostegni economici dallo Stato e dalla Regione. Sono inoltre 173,6 mila euro le risorse regionali che spettano alla struttura per il progetto “Benessere slow. L’anno della cultura e del cibo”. Un aiuto importante per non perdere una delle realtà storiche del territorio. 

 

 

Durante il lockdown “Abbiamo visto girare per il nostro parco i daini e le lepri: bellissimi. La natura si riprende gli spazi – racconta il proprietario delle Terme di Monticelli, Italo Borrini – ma dal punto di vista aziendale è stata una bella batosta. Il problema è che riapriamo con nessuna certezza. Le persone si dividono tra chi vuole tornare subito alla normalità e chi invece è ancora molto spaventato”. Sarà quindi anche qui un’estate insolita e piena di incognite. “Il nostro compito è garantire la massima sicurezza. Ma su questo io sono tranquillo. Siamo sicuri della nostra struttura che vede già ampii spazi, cabine e docce singole. La sfida è farlo percepire alle persone”. Sono state installate poi, non con poche spese, le telecamere termo scanner. 

 

 

Le terme di Monticelli vede poi due hotel legati alla struttura. L’Hotel delle Rose, 4 stelle, e l’Hotel delle Terme, 3 stelle. Quest’ultimo durante il picco di contagi Covid si è convertito per aiutare a combattere l’emergenza sanitaria.  L’Hotel delle Terme, infatti, ha ospitato una ventina di pazienti contagiati dal Covid-19. I pazienti che sono arrivati erano quelli in via di guarigione, ma che non potevano tornare nelle proprie case per sicurezza. Già a fine aprile l’hotel si è svuotato, tutti sono tornati dalle loro famiglie. L’Ausl ha provveduto poi a sanificare ogni spazio, anche quelli non utilizzati, riportando l’hotel alla massima sicurezza. 

 

LA RISCOPERTA DEL TERRITORIO A SISSA TRECASALI

 

Sissa Trecasali si incastra tra le sponde del fiume Po e del fiume Taro, un territorio ricco di natura che vede riserve naturali e grandi spazi. Un territorio che dopo il lockdown ha visto la riscoperta da parte dei propri cittadini, diventati bramosi di aria fresca e verde, dopo essere stati costretti tra le mura domestiche. Come racconta la neo assessora all’ambiente Sara Tonini: “Questa è una opportunità per l’amministrazione importantissima e da non farsi scappare. Le persone hanno voglia di vivere il loro territorio”. La valorizzazione del Comune parte dalla scelta dell’amministrazione, che già da anni lavora ai suoi spazi verdi, alla più lunga pista ciclabile della provincia e al porto fluviale. 

 

 

“Siamo il primo comune ciclabile della regione sotto i 10 mila abitanti. – spiega l’assessora all’ambiente di Sissa Trecasali, Sara Tonini – La pista ciclopedonale è lunga oltre 20 km. Con Parma 2020 abbiamo presentato il progetto Pedalaro con tre percorsi turistici che passano a Sissa Trecasali. Appena attenuata l’emergenza abbiamo iniziato subito a lavorare su quest’aspetto. Questo perché sappiamo che è importante, non solo per il 2021 ma anche per gli anni futuri. Nel parco fluviale e dintorni vogliamo poi realizzare dei percorsi naturalistici sia in bici che a piedi”. 

 

 

“Le persone hanno riscoperto le bellezze del proprio paese. – commenta l’assessora all’ambiente Sara Tonini –Dopo la fine del lockdown hanno preso d’assalto la pista ciclabile Taro-Po,  che costeggia i fiumi. È sempre stata frequentata, ma adesso ancora di più. Molti ancora non possono andare in ferie e vivono a pieno il loro paese. Anche i nostri bar e locali stanno giovando di questa riscoperta”.

 

 

I cittadini hanno riscoperto anche il loro porto fluviale di Torricella. Alla domenica, soprattutto, “Le persone vanno in barca, pescano o si godono le sponde del fiume. – racconta l’assessora Sara Tonini – Negli anni scorsi erano molti di più i turisti dall’estero, oggi invece sono tanti i compaesani e i turisti di prossimità che vengono qui”. 

 

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foto di Sandro Capatti

interviste di Arianna Belloli

a cura di Bianca Trombelli e Martina Santi

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