Emergenza e ripartenza: il valore di artigiani e piccoli commercianti

DALLA GELATERIA CHE HA CONSEGNATO FELICITA' IN UNA COPPETTA FINO AI BAR CON IL RITORNO ALLA CONVIALITA'

Il Covid-19 ha lasciato dietro di sé un’ampia gamma di conseguenze, spesso negative, ma a volte inaspettate e sorprendenti. Come la riscoperta del piccolo negozio di quartiere che, durante la pandemia, è tornato – non senza difficoltà – a far parte delle abitudini di tutti noi.  Nell’impossibilità di raggiungere i principali centri di distribuzione, molti hanno riscoperto il prezioso lavoro dei piccoli commercianti: non solo prodotti di qualità, ma anche gentilezza ed empatia. Ciò che forse più di tutto è mancato durante questi difficili mesi.

 AGI fa sapere infatti che il 19,7% degli italiani (8 milioni di persone circa) si è trovato costretto, durante il lockdown, a modificare non solo la propria routine, ma anche le proprie abitudini di acquisto: molti hanno infatti valorizzato i piccoli negozi di quartiere per ritrovare il piacere di quel contatto umano – si fa per dire – che solo la piccola distribuzione può dare.

Anche nel parmense il piccolo commercio è stato riscoperto grazie alla voglia di “attenzioni” e di nuova socialità nel dopo lockdown. La riapertura dei bar, inoltre, ha riportato un po’ della vecchia normalità che è mancata. Il caffè alla mattina, l’aperitivo alla sera. Piccoli gesti di convivialità che fino a qualche mese fa sottovalutavamo.

Nonostante i momenti di sconforto, c’è poi chi non si è dato per vinto e al momento della ripartenza ha saputo farsi carico della ingombrante responsabilità della sicurezza sanitaria per i suoi clienti, oltre alle già pressanti preoccupazioni economiche. Si rivoluziona il servizio che viene ora guidato da antiestetici adesivi sui pavimenti che segnano i percorsi, i nuovi ingressi e le uscite, le misure di distanza. Su ogni bancone e alle casse troneggiano i plexiglas, sul volto le mascherine, a fare da filtro al sorriso di chi accoglie dietro al bancone.

C’è preoccupazione per i conti, si calcolano le ingenti perdite. Ma c’è ancora più voglia di ripartire.

 

LA RIPARTENZA CON L’AIUTO DEL SINDACO A BORGOTARO

 

A Borgotaro il sindaco Diego Rossi e la sua Giunta hanno disposto in collaborazione con Ascom un aiuto che va al di là del simbolico. “A tutte le attività del paese, dai bar ai negozi, – spiega il sindaco – abbiamo dato la possibilità di veder sanificati i propri locali gratuitamente”. Grazie all’impegno della Protezione Civile e i volontari dell’Assistenza Pubblica in pochi giorni si sono sanificati – con l’utilizzo delle stesse attrezzature che hanno permesso l’igienizzazione delle ambulanze durante l’emergenza sanitaria – tutti gli esercizi pubblici che ne hanno fatto richiesta.

 

 

La sanificazione dei locali è “un servizio che sarebbe costato ai bar e commercianti oltre 400 euro, – spiega il sindaco Rossi – ma che noi abbiamo messo a disposizione gratuitamente proprio per dare un contributo concreto alla ripartenza”. Oltre a questa iniziativa, Borgotaro ha anche azzerato la tassa sui rifiuti per tutte quelle attività che sono state costrette a chiudere durante il lockdown.

 

 

Igienizzata al negozio, ma anche alla titolare. La “Fotografica” di Cecilia Tambini è tra le attività che ha usufruito dell’aiuto. Come racconta Cecilia, la “sanificazione è una sicurezza per noi ma soprattutto per il cliente. Da sola avrei avuto paura, avrei avuto l’incertezza di non aver pulito nel modo corretto e soprattutto in tutti i punti critici”. Ma superato il timore inziale, alzate le serrande, sono anche altri i dubbi che attanagliano. “A livello economico ci vorrà tanto tempo. Nei prossimi mesi penso di sopravvivere tra costi e ricavi. Fornitori e affitto sono da pagare e sarebbe un successo già coprire i costi. Non posso che vivere alla giornata”.

 

 

Aiuto concreto arriva anche con la consegna delle mascherine ai commercianti. Come durante il picco dell’emergenza sanitaria, la consegna è stata fatta dai volontari che senza riposo hanno coperto tutta l’area comunale portando presidi di sicurezza e solidarietà.

 

 

I bar a Borgotaro sono più di 40 su una popolazione di circa 7mila abitanti. L’aiuto del Comune di Borgotaro è servito a dare fiducia al ritorno della normalità, qui dove gli aperitivi sono ‘istituzione’ nella vita del paese montano. Le mascherine e le distanze di sicurezza non fermano la convivialità.

 

 

Da Steckli, rinomata pasticceria nel centro storico di Borgotaro, il rigore è alto. Lì dove si tramanda la tradizione del dolce tipico Amor ora sono protagonisti mascherine e guanti. I clienti vengono invitati a mantenere le distanze. Anche il caffè, momento originariamente di piacevole svago, adesso si fa un po’ asettico. “Di canna o bianco?” Lo zucchero viene consegnato dal barista, per evitare che il cliente possa toccare la zuccheriera comune. Meno chiacchiere e l’uscita, diversa dall’entrata, resta sempre aperta. La ripartenza è cominciata, ma deve essere alta la guardia.

 

 

Siamo a fine maggio, pochi giorni dopo l’ok del Governo sulle riaperture generali delle attività. “Come procede?” chiede il sindaco. “Domenica scorsa è stata la prima domenica accettabile, non normale, ma accettabile” risponde Giovanni Tagliavini di Steckli. “Durante il lockdown siamo rimasti aperti, soprattutto per con il domicilio, salvando così tutte le torte e colombe pasquali, che altrimenti sarebbero state tutte da buttare! Con un ingente spreco e perdita per noi”.

 

 

Nonostante il nome importante che porta in paese, la pasticceria Steckli fa i conti con le perdite. “Abbiamo perso 55 mila euro a causa del Covid-19. Prevediamo, molto ottimisticamente, di fare a Natale almeno l’80% di lavoro rispetto all’anno scorso”. 

 

 

A pochi metri di distanza, sempre su via Nazionale, nonostante i momenti passati c’è sempre il sorriso e la calorosa accoglienza di Giuseppe Rinaldi, al bar gelateria Da Beppe. I tempi difficili non hanno scalfito l’ottimismo e la ripartenza è dettata dalla voglia di tornare alla ‘vita’. “Sono 38 anni che sono qui e non me ne vado certo adesso. E per la riapertura non ho voluto aumentare i prezzi, anche se avrei potuto farlo, per rispetto dei miei clienti”. 

 

RIPARTENZA CON RESPONSABILITA’ A SORBOLO MEZZANI

 

Al Bar Pippo di piazza della Libertà di Sorbolo Mezzani le misure di sicurezza non hanno scoraggiato i frequentatori a tornare. Già dalla prima sera di riapertura i titolari Paolo e Massimo hanno rivisto l’ondata dei tanti clienti, moltissimi giovani che non hanno aspettato a lungo per ri-incontrarsi con gli amici. I tavoli all’aperto si sono riempiti velocemente già dalla sera del 18 maggio. Ed ecco che scatta la responsabilità. “C’era veramente troppa gente fuori e anche se erano a distanza non potevamo garantire servizio e sicurezza. – spiega Paolo – Abbiamo così preso una decisione difficile, anticipare la chiusura e mandare a casa tutti”. 

 

 

L’affollamento già dalla prima sera ha costretto i titolari Paolo e Massimo a chiudere alle 23. “Non volevamo rischiare e non sapevamo cosa fare. Non ci aspettavamo tante persone. Abbiamo sentito il sindaco, che ci è sempre stato vicino, e ci siamo scusati a tutti i tavoli”. E il sindaco Nicola Cesari a questo gesto responsabile ha subito risposto. “Ora il Bar Pippo avrà a disposizione gratuitamente l’intera e ampia piazza per posizionare i suoi tavoli e garantire la sicurezza a tutti i clienti”. 

 

A COLLECCHIO C’E’ CHI HA CONSEGNATO FELICITA’ IN COPPETTA

 

La Gelateria Yogurteria El Chiringuito di Collecchio non si è arresa al lockdown. “Siamo partiti da subito con il domicilio, dato che c’era questa opportunità abbiamo pensato di non fermarci e sfruttare l’occasione” racconta Ombretta Ranzieri, che insieme alle due figlie gestisce l’attività artigianale. “Ci chiamavano da ogni parte, con un raggio d’azione di 20 km abbiamo consegnato fino a Parma e oltre. Abbiamo consegnato con le nostre auto, io e le mie figlie, con una media di 25 ordini al giorno, con picchi anche di 50 consegne”. 

 

 

Un regalo prezioso, un po’ di felicità in coppetta. “Abbiamo consegnato a domicilio i nostri gelati con un duplice spirito, quello di non fermare gli incassi del tutto, ovviamente, ma anche quello di portare un momento di normalità in una situazione che di normale non aveva nulla. L’accoglienza è stata bellissima. Le persone chiuse in casa ci ringraziavano come fossimo salvatori della patria”. 


 

La riapertura invece è avvenuta con tutte le precauzioni del caso. Ingressi uno alla volta, grande affluenza che ha creato lunghe file in attesa ma, si sa, “il gelato ci sta sempre, adesso poi che è uscito questo caldo…”. E arriva il colpo intuitivo, perchè non aprire la finestra e servire più persone contemporaneamente? “Abbiamo una finestra che si affaccia sul mio cortile privato, – racconta Ombretta – così tutti i giorni la apriamo e serviamo anche da lì. In tanti apprezzano, perché accorci i tempi e le code fuori”.

 

 

“Abbiamo fatto quello che potevamo fare – spiega ancora la titolare Ombretta – e non abbiamo dimenticato la solidarietà a chi, in piena emergenza sanitaria, si è messo davvero a rischio per aiutare. Abbiamo portato in ringraziamento il nostro gelato alla nostra assistenza pubblica e una tappa l’abbiamo fatta anche all’Ospedale dei Bambini di Parma”. 

 

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foto di Sandro Capatti

interviste di Arianna Belloli

a cura di Bianca Trombelli e Martina Santi

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